Parte I - GENESI
Si tratta di vedere tutto come se fosse la prima volta per ri-configurare il proprio spazio interno. Si tratta di una seconda nascita. Si sorge in uno spazio vuoto e si cerca di capire come avviene il movimento segnico in questo spazio, fino a comprendere le corrispondenze tra segno e stati interni e mentali, tra segno, gesto, emozione, pensiero.
Scoperta del segno
In questo primo laboratorio non vi saranno preoccupazioni estetiche o formali ma solamente espressive. Noi sappiamo che l’estetica, ossia la valutazione formale dell’espressione artistica è avvenuta solamente in tempi recenti, mentre l’uso delle arti è sempre stato “funzionale” e non estetico. La funzione delle arti nel passato era solo magico-spirituale, e certi suoni, gesti, danze, pitture non avevano un significato estetico ma sacro. Quel colore o quelle musica agivano nelle persone, sottolineavano un passaggio di tappa, una richiesta agli dei, ecc.. Non possiamo considerare le opere primordiali che ci sono pervenute come “brutte” o anti-estetiche, al contrario ciò che ci affascina e ci fa entrare in un’altra dimensione del bello è proprio la loro forza e funzione liberatrice e rivelatrice.
Il sacro nell’arte è ancora presente oggi in molte popolazioni indigene lasciando le loro forme espressive fuori da ogni discriminante estetica.
Ma come potremo recuperare quell’innocenza e purezza espressiva se siamo così intrisi di modelli estetici?
Appena mettiamo una penna o una matita sul foglio scatta immediatamente il feroce giudizio estetico, disintegrando qualsiasi possibilità di andare oltre e dentro la forma.
Bisognerà allora non giudicarsi secondo un modello estetico ma provare a conoscersi attraverso un sistema di interpretazione del segno. Questo segno deve essere prima di tutto “liberato” dalle gabbie mentali e fisiche in cui ci ritroviamo per poter manifestare le energie, l’entusiasmo e la ricchezza espressiva che avevamo nei nostri disegni infantili. Non si può disegnare o dipingere senza sapere perché, senza neanche chiederselo, senza ritrovare il senso perduto dei primi scarabocchi infantili.
Obiettivi Artistici e Tecnici
Ampliare la propria gamma e tipologia di segni. Conoscere il linguaggio del segno e la sua evoluzione. Sciogliere e rafforzare la mano e l’articolazione del disegno. Studiare il segno dei Maestri e riprodurlo. Sviluppare una sensibilità ai medium traccianti e ai supporti.
Obiettivi Esistenziali
Riconciliazione e valorizzazione del proprio passato. Capire le corrispondenze tra segno e contenuti mentali ed emotivi. Sviluppare l’attenzione.
Obiettivi Spirituali
Connettersi con il senso più profondo del linguaggio artistico e con il senso del proprio “viaggio” sulla terra.
Argomenti del seminario: Il disegno come segno spontaneo, Il gioco del gesto, Armonia e simmetria, Lo spazio, Il ritmo, La ciclicità degli eventi, Lo scarabocchio e l’interpretazione grafica, Traduzione e deformazione di impulsi, I materiali di disegno, I disegni dei maestri